Il Chirruning è una tecnica olistica ed innovativa che viene applicata alla corsa che consente di evitare gli infortuni bilanciando gli sforzi effettuati dall’atleta.
In questa tecnica vengono integrati tutti gli insegnamento del Tai Chi, antica arte orientale, secondo i principi del “non-agire”: l’energia anima ogni cosa e deve scorrere liberamente attraverso un sistema di meridiani che la distribuiscono verso tutte le parti del nostro corpo. Grazie al chirruning dunque non solo ci si allena ma si impara a considerare la vita in maniera autentica.
Le origini del Chirruning
Questo “sport” ha molte affinità non solo con il Tai Chi Chuan, ma ance con attività come lo Yoga, il Karate e il Chi Kung (o Qi Gong). E’ originario degli Stati Uniti e si è diffuso dopo che il maratoneta, istruttore e ricercatore Danny Dreyer pubblicò il suo libro: in seguito si è diffuso nel resto del mondo divenendo un fenomeno di massa.
Attraverso alcune ricerche, Dreyer era arrivato alla conclusione che negli Stati Uniti almeno il 65% delle persone che corrono ogni anno rischiano un infortunio poiché la corsa è troppo focalizzata sul potenziamento, senza però concentrarsi sull’organismo nella sua totalità, trascurandolo. Fu così che individuò nel Chirruning quattro principi che devono essere seguiti da chi vuole cambiare modo di correre:
- Concentrazione
- Percezione corporea
- Respirazione
- Rilassamento
Chirruning e tecnica di corsa
Bisogna prima di tutto cambiare il passo e l’assetto posturale, migliorandoli, controllare costantemente l’appoggio del piede e cercare sempre durante la corsa il migliore rilassamento del corpo. L’assetto posturale si corregge cercando di mantenere i giusti rapporti tra punti precisi del corpo (lobo dell’orecchio, spalla, ossa iliache, malleolo esterno) e, insieme al rilassamento del corpo, è fondamentale per correre correttamente.
La prima deve comprendere la seconda e viceversa. Controllando il baricentro si dovrebbe anche avere un miglior controllo nell’appoggio del piede ed inoltre si riesce a sfruttare la forza gravitazionale per spingersi in avanti, riducendo lo sforzo delle articolazioni inferiori ed il numero di contraccolpi e microtraumi che solitamente subiscono le varie articolazioni del corpo. Anche le braccia offrono il loro contributo alla spinta. Serve giustamente del tempo per far abituare il corpo a questo diverso modo di correre, ma ne vale sicuramente la pena.