La scelta di diventare vegetariani dovrebbe essere sempre iniziare con un consulto iniziale ed una visita medica, da un nutrizionista specializzato che, valutando la storia medica ed alimentare del soggetto, lo possa assistere nel periodo inziale. Escludendo infatti dalla propria dieta ogni tipo di carne, pesci o crostacei, si può creare un disequilibrio tra le proprie scelte e le reali esigenze del corpo umano.
Le possibili carenze nutrizionali
Secondo i sostenitori di questo regime alimentare, oggi molto di moda, la dieta vegetariana essendo ipocalorica e prevedendo una scarsa introduzione di grassi saturi ed un alto consumo di fibre, sarebbe ideale per combattere molte patologie contemporanee; dall’ipertensione, alle malattie coronariche. Molto spesso però ciò che si verifica nel lungo periodo è una carenza di vitamine del gruppo B, vitamina D, calcio, zinco e ferro. L’eccessivo consumo di fibre inoltre può causare lo scarso assorbimento di principi nutritivi di alcuni alimenti. Per sapere se la dieta seguita è bilanciata da un punto di vista nutrizionale, è importante rivolgersi ad un nutrizionista ed effettuare periodicamente esami del sangue di controllo.
L’uomo è onnivoro
Oggi però si sceglie molto spesso di diventare vegetariani più per una questione etica che di salute, per cercare di salvaguardare gli animali dagli abusi che vengono perpetrati all’interno degli allevamenti. E’sicuramente una scelta di vita adatta a determinate persone, ma è vivamente sconsigliata in alcuni periodi della vita come l’infanzia, la gravidanza e l’allattamento e la terza età, quando il corpo umano ha bisogno di maggiori nutrienti. La dieta vegetariana molto spesso è improvvisata e porta anche ad un eccessivo consumo di cereali raffinati, con conseguenze ancora più dannose per l’organismo di quelle legate al consumo di carne e pesce. L’uomo è onnivoro e la scelta migliore è sempre quella più naturale, che prevede di assumere le giuste quantità di ogni alimento.