Se sei alla ricerca di una soluzione che possa coprire le antiestetiche cicatrici lasciate da un intervento chirurgico, o che possa dare la giusta pigmentazione alla pelle o che riesca ad intervenire efficacemente nella copertura di un vecchio tatuaggio; oggi puoi rivolgerti ad un centro di medicina estetica che offra tra i propri trattamenti anche la dermopigmentazione. Una volta effettuato il trattamento, la pigmentazione dura più o meno un anno, anche la durata effettiva dipende da diversi fattori soggettivi. La dermopigmentazione paramedicale rappresenta sicuramente una nuova frontiera dell’estetica, che consente di correggere o migliorare visibilmente alcune imperfezioni estetiche, introducendo pigmenti di colore nello strato superficiale del derma, con aghi sterili monouso, realizzando un vero e proprio tatuaggio.
Non è un semplice tatuaggio
La dermopigmentazione paramedicale ricostruttiva viene effettuata presso strutture ospedaliere, da dermatologi, oncologi e chirurghi estetici o personale specializzato che abbia frequentato corsi di preparazione specifica. Oggi grazie all’impiego di tecnologie laser di ultima generazione è possibile ottenere risultati notevoli ed offrire ai pazienti che presentano cicatrici, in seguito ad interventi chirurgici o soffrono di discromie della pelle, notevoli miglioramenti non solo a livello estetico ma anche psicologico. Con tecniche particolarmente avanzate si possono infatti correggere radicalmente gli inestetismi con risultati sorprendenti. I campi di applicazione più comuni della dermopigmentazione sono quelli relativi alle areole mammarie e ai capezzoli, oppure per l’alopecia, il labbro leporino, cicatrici varie, vitiligine e macchie cutanee.
Le tecniche del camouflage e del chiaroscuro
Sulle macchie cutanee iper o ipocromiche, sull’areola mammaria e sugli esiti cicatriziali sul cuoio capelluto viene solitamente impiegata la tecnica del chiaroscuro. La dermopigmentazione paramedicale è inoltre un trattamento che offre la possibilità di coprire macchie cutanee o tatuaggi, tramite l’inserimento sulla cicatrice stessa di un pigmento dello stesso colore della cute integra, per camuffare la iper o ipocromia della pelle lesionata, tramite la tecnica del camouflage.