Le sigle DOP, IGP ed STG sono state introdotte dall’Unione Europea tra le normative per la tutela della tipicità di alcuni prodotti alimentari e garantire al consumatore finale alimenti della migliore qualità. A volte però, quando si fanno acquisti tra le corsie di un supermercato, la sensazione è che siano davvero molti i prodotti che ormai si fregiano di queste sigle. Ma come interpretare queste sigle e soprattutto cosa ci indicano realmente oltre al fatto che stiamo acquistano un prodotto gastronomico tipicamente italiano?
La tipicità dei prodotti alimentari
Facciamo prima di tutto un po’ di chiarezza tra le sigle. DOP è senza dubbio la più importante, significa ‘denominazione di origine protetta’ ed indica un prodotto originario di una particolare regione o paese, le cui qualità e caratteristiche siano essenzialmente dovute alla zona in cui viene prodotto. Alimenti DOP sono ad esempio il parmigiano reggiano, il grana padano, la mozzarella di bufala campana o il prosciutto crudo di San Daniele. La sigla IGP si riferisce invece al ciclo di produzione, trasformazione ed elaborazione del prodotto, che devono avvenire secondo determinate tecniche, affinché il prodotto risponda ai requisiti di tipicità. Esempi di alimenti IGP sono la bresaola della Valtellina, le mele del Trentino, il lardo di Colonnata o l’aceto balsamico di Modena. Esiste poi anche la sigla STG, utilizzata per le specialità tradizionali garantite, che evidenzia la specificità di un prodotto agro-alimentare che, per le sue caratteristiche qualitative e lavorazione tradizionale, lo distingue senza ombra di dubbio da altri simili, come la mozzarella e la pizza napoletana.
La tracciabilità del prodotto e degli ingredienti
Le sigle DOP e IGP si rivelano molto utili nel momento della scelta di acquisto di un prodotto rispetto ad un altro, anche perché ci forniscono in realtà molte altre informazioni al di là di quelle della tipicità locale. Prima di tutto offrono garanzie sulla serietà dell’azienda produttrice, dato che non è così semplice ottenere queste denominazioni, ma soprattutto indicano la completa tracciabilità del prodotto e degli ingredienti. I prodotti provengono da una zona geografica delimitata ed assicurano un legame con il territorio di produzione e lavorazione, dato che sono ottenuti attraverso metodi tradizionali e presentano peculiari caratteristiche. La sigla DOP inoltre è quella che impone all’azienda produttrice il rispetto delle norme più severe e quindi è quella che tutela più di tutte il consumatore; offrendo la garanzia riguardo il luogo di provenienza e di trasformazione delle materie prime, cosa che non possiamo purtroppo ma verificare per quanto riguarda la maggior parte degli alimenti in commercio nel nostro paese, che ancora non impone di indicare la provenienza degli ingredienti di qualunque alimento.